a cura di Danilo Tognetti[1], Stefano Leonesi[2], Michele Tonnini[3] 

climate_18-19 agosto_2024.2.pdf (739,88 kb) 

Analisi a scala europea

Tra il 18 e il 19 agosto, l’ingresso di una saccatura nord-atlantica ed il suo isolamento (cut-off) sull’Italia ha portato ad una fase di instabilità localmente intensa sul nostro paese, con frequenti temporali anche di forte intensità ed un generale abbassamento delle temperature. Come si può vedere dalla seguente immagine, proprio sull’Italia si è registrata in quei due giorni un’anomalia negativa dell’altezza di geopotenziale, come pure tra l’Islanda e Mar di Norvegia (accentuata per la presenza della consueta Depressione d’Islanda).

Figura 1. Anomalie dell’altezza di geopotenziale a 500 hPa tra il 18 e il 19 agosto – fonte https://psl.noaa.gov/data/composites/day/.

Questa breve fase instabile ha avuto il compito di interrompere per 48-72 ore la lunga fase di caldo intenso e anomalo che da inizio luglio non ha quasi mai concesso una tregua, in particolare al Centro-Sud (salvo modesti e temporanei abbassamenti termici). L’ingresso di origine oceanica non ha comunque comportato un sostanziale ricambio della massa d’aria. In alcune zone, quelle interessate dai fenomeni temporaleschi, il calo delle temperature si è avvertito di più grazie al rovesciamento dagli strati superiori dell’aria fredda dovuto alle precipitazioni convettive. La diminuzione è stata mediamente di 5-7 gradi con le temperature che sono tornate in linea con la media del periodo[4] o di poco sotto di essa.

 Figura 2. Anomalie della temperatura a 850 hPa tra il 18 e il 19 agosto – fonte https://psl.noaa.gov/data/composites/day/.

Dall’immagine sopra si può vedere il corridoio di aria più fresca in discesa dal Mare del Nord che ha accompagnato l’ingresso della saccatura sul Mediterraneo Centrale.

Italia: precipitazioni.

Sotto viene mostrata l’anomalia del tasso di precipitazione giornaliero che non va confuso con l’accumulo al suolo.

 Figura 3. Anomalie del tasso di precipitazione giornaliero tra il 18 e il 19 agosto – fonte https://psl.noaa.gov/data/composites/day/.

Le zone contraddistinte dal colore viola indicano che sono caduti più millimetri in meno giorni di quelli in cui dovrebbero cadere; in generale gran parte dell’Italia ha registrato un’anomalia positiva del tasso di precipitazione giornaliero e questo si può giustificare grazie alla prevalente natura termo-convettiva, dunque intensa e temporalesca, dei fenomeni.

Trattandosi in prevalenza di temporali e quindi di fenomeni localizzati nello spazio e nel tempo, dalla mappa degli accumuli rispettivamente del 18 e 19 agosto elaborate dalla rete Meteonetwork si può notare come essi si distribuiscano in modo irregolare sul territorio nazionale, con zone che hanno registrato accumuli maggiori rispetto ad altre, con differenze sostanziali anche a pochi chilometri di distanza tra una zona e l’altra e questa è la tipica caratteristica delle celle temporalesche.

I temporali hanno colpito a macchia di leopardo un po’ ovunque, ma gli accumuli più consistenti si sono avuti nella giornata del 18 agosto sulla fascia alpina e pedemontana del Nord, tra la Liguria e l’Alta Toscana, zone interne di Lazio e Umbria e sulla Sicilia nord-orientale.

 Figura 4. Cumulate di precipitazione in Italia il 18 agosto – fonte https://www.meteonetwork.eu/it/mappe-realtime.

Nella giornata del 19 agosto, invece, gli accumuli maggiori si sono registrati sulla Romagna, coste venete e tra Basilicata e Puglia. Accumuli meno rilevanti sulle restanti regioni.

 Figura 5. Cumulate di precipitazione in Italia il 19 agosto – fonte https://www.meteonetwork.eu/it/mappe-realtime.

Marche: precipitazioni.

Per quanto concerne le Marche, in base alle misure della rete agrometeo regionale, il giorno più piovoso è stato il 18 agosto in cui si sono avuti i fenomeni più intensi e diffusi sul territorio regionale. La stazione che, in tale giorno, ha rilevato la precipitazione maggiore è stata quella di Senigallia con 41,6 mm, segue Serrungarina con 27,4 mm e Santa Maria Nuova con 24,6 mm.

Il giorno 19 agosto i fenomeni sono risultati meno diffusi e hanno interessato in particolare le province del maceratese e dell’ascolano. Tra quelle monitorate, le località più piovose sono state Serrapetrona con 36,8 mm, Sarnano con 34,0 mm e Treia con 23,6 mm. Sommando gli accumuli dei due giorni, si ottengono i seguenti massimi di pioggia caduta: 51,8 mm per Serrapetrona; 45,6 mm per Sarnano; 41,8 mm per Senigallia.

Tenuto conto che le medie di riferimento 1999-2023[5] di agosto per le tre stazioni sono rispettivamente 48,9 mm, 56,5 mm e 50,3 mm, se ne deduce che per Serrapetrona è caduto un quantitativo di pioggia superiore alla media mensile, quindi un valore rilevante. L’accumulo di pioggia e lo storico di riferimento delle tre località in questione vengono riassunti nella seguente tabella.

 

Tabella 1. Cumulata di precipitazione totale tra il 18 e il 19 agosto e lo storico di riferimento 1999-2023 di agosto per le tre località più piovose alla fine dell’evento.

Infine, vengono riportate le mappe dell’accumulo di precipitazione per il giorno 18 e 19 agosto su tutto il territorio regionale che riassumono quanto descritto in precedenza. 

 

[1] Servizio Agrometeo AMAP Regione Marche, tognetti_danilo@amap.marche.it

[2] Servizio Agrometeo AMAP Regione Marche

[3] Servizio Agrometeo AMAP Regione Marche, tonnini_michele@amap.marche.it

[4] 1991-2020, media climatologica di riferimento per l'analisi a scala europea e italiana

[5] Media climatologica di riferimento per l'analisi a scala regionale